sábado, 19 de diciembre de 2009

UNA PENA

Mauritania: rapiti due italiani nel deserto

Un uomo e sua moglie, originaria del Burkina Faso. Forse sono in mano ad Al Qaeda nel Maghreb Islamico

NOUAKCHOTT - Da venerdì sera non si hanno più notizie di una coppia di italiani, un uomo di 65 anni - Nicola Sergio Cicala, siciliano, che vive a Carini - e la moglie originaria del Burkina Faso, Philomenee Kaberee, di 39 anni. I due erano in viaggio nella Mauritania sudorientale: il loro minibus è stato trovato abbandonato, la carrozzeria e le gomme crivellate di proiettili, a pochi chilometri di distanza dal confine con il Mali occidentale. Secondo fonti della sicurezza mauritane che hanno voluto restare anonime, è più che probabile che la coppia «sia stata sequestrata» da un gruppo armato, forse collegato ad al Qaeda.

VERIFICHE - La Farnesina sta verificando la notizia in stretto contatto con l'ambasciata italiana a Dakar (Senegal), dato che l'Italia non ha una rappresentanza diplomatica in Mauritania. «Si stanno svolgendo - si legge in una nota del ministero degli Esteri - le opportune verifiche per appurare gli elementi che siano utili ad accertare la dinamica degli eventi e l'identità dei rapiti». Compito non facile in quanto la zona, compresa tra la Mauritania orientale, il Mali settentrionale e l'Algeria meridionale, è in gran parte desertica e scarsamente controllata dalle autorità: qui sono inoltre attivi vari gruppi armati tra i quali alcuni hanno collegamenti con la rete locale di al Qaeda, l'Aqmi (al Qaeda nel Maghreb islamico).

LA FIGLIA - Nel frattempo, però, la figlia di Cicala ha lanciato un appello al Tg2. Alexia Cicala ha detto che l'Unità di Crisi della Farnesina le ha confermato «dopo numerose insistenze» che il rapito è suo padre e ha rivolto un appello a Frattini affinché «avvii urgentemente i contatti con i sequestratori e io possa sapere soprattutto le condizioni di salute di mio padre e di sua moglie». Alexia Cicala ha inoltre spiegato che la coppia non era «in viaggio di turismo o di piacere», ma che il padre accompagnava la moglie in Burkina Faso a trovare il figlio di dodici anni. La Cicala non ha più notizie della coppia da mercoledì sera, quando i due erano in Marocco ed in procinto di proseguire per la Mauritania.

LE PRIME RICOSTRUZIONI - Finora nessuna fonte ufficiale in Mauritania ha ammesso il sequestro. Ma in via ufficiosa due diplomatici lo hanno confermato. «Una coppia di viaggiatori italiani che si stavano recano nel Burkina Faso a bordo di un minibus immatricolato in Italia sono dispersi da venerdì sera e probabilmente sono stati rapiti da un gruppo armato», ha detto un membro dei servizi di sicurezza. Un'altra fonte mauritana, un diplomatico, ha aggiunto pochi particolari. «Il loro automezzo, le loro cose e alcuni oggetti di valore sono stati trovati sul posto», ha detto. Abitanti della zona hanno parlato di spari e di uomini armati. Il minibus era sul ciglio della strada che collega Aioun (Mauritania) a Kayes (Mali), abbandonato a una ventina di chilometri dal confine con il Mali, nel dipartimento mauritano di Kobenni, a pochi chilometri dalla località di N'Eissira. In tutta l'area le forze di sicurezza della Mauritania sono state messe in stato di massima allerta. Secondo alcuni osservatori locali, si tratta senza dubbio di un sequestro compiuto da uomini dell'organizzazione al Qaeda nel Maghreb islamico. Gli stessi, si pensa, che il mese scorso hanno rivendicato il rapimento di tre cooperanti spagnoli, presi in ostaggio in Mauritania ed ora detenuti in Mali, insieme a un francese che era stato sequestrato a fine novembre nella città di Menaka, nel nord del Mali.


TRE SPAGNOLI - Domenica 29 novembre tre volontari spagnoli di Acciò Solidaria, un'organizzazione non governativa di Barcellona, erano stati rapiti mentre erano rimasti isolati da un convoglio diretto a Dakar, la capitale del Senegal. Secondo il ministro dell'Interno spagnolo, Alfredo Rubalcaba, è probabile che il sequestro sia stato opera «di islamici radicali». La pista di Al Qaeda nel Maghreb Islamico «non è esclusa», aveva confermato il capo della diplomazia spagnola, Miguel Angel Moratinos. L'organizzazione terroristica ha confermato l'8 dicembre il sequestro dei tre spagnoli, che si trovano in buono stato di salute ma ancora non ha fatto alcuna richiesta di riscatto.


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